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Dove stiamo andando? Presentato il rapporto sull'Industria italiana 2019

È stato presentato martedì 14 maggio presso la sede di Assolombarda a Milano il rapporto del centro studi Confindustria sull’industria italiana 2019.
Il report affronta le tendenze in atto nel settore manifatturiero, il posizionamento dell’Italia nel contesto internazionale e le recenti trasformazioni del settore anche in termini di trasformazione digitale.

Un cambiamento geopolitico mondiale

Dopo una lunga fase di sviluppo legata alla globalizzazione, negli ultimi anni la produttività è rallentata in tutte le principali aree del mondo. In questo mutato contesto economico l’Italia da una parte rischia di vedere la domanda internazionale fortemente ridimensionata, dall’altra deve affrontare la questione irrisolta ormai da molto tempo di un mercato interno strutturalmente debole.

La necessità del nostro mercato sembra essere quella di aumentare la domanda interna ottenendo maggiori investimenti, pubblici e privati, e al contempo stimolare l’UE nella creazione di un mercato unico per favorire lo sviluppo di un sistema industriale su scala continentale.

La posizione dell’Italia

Nonostante la contrazione dei livelli di attività durante gli anni della crisi, l’Italia si conferma come settima potenza manifatturiera del mondo, con una capacità di esportazione che vede il paese attestarsi al nono posto su scala mondiale.

Da notare che l’export italiano si sta orientando sempre di più verso mercati di destinazione dinamici, mentre il peso dei settori puramente Made in Italy si sta ridimensionando. In generale è forte la tendenza strategica intrapresa dalle nostre industrie verso l’upgrading qualitativo, che vede il sistema produttivo spostarsi verso fasce di mercato a maggior contenuto di valore aggiunto, per fronteggiare la crescente concorrenza di prezzo: la qualità dei beni già prodotti viene incrementata o la produzione viene diversificata verso tipologie di beni più sofisticati.

Trasformazione digitale e investimenti

La manifattura italiana, sempre secondo il report di Confindustria, si sta digitalizzando e questo processo offre benefici di primaria importanza alle aziende: maggior efficienza tecnica ed energetica dei processi industriali, maggior flessibilità produttiva e offerta industriale di servizi ‘intelligenti’ arricchita. “Le tecnologie 4.0 servono a prendere decisioni più rapide e precise, a permettere nuove forme di interazione uomo macchina, a interconnettere l’intera catena del valore dell’impresa e, potenzialmente, l’intera catena di fornitura.” si legge nel rapporto.

Le strategie di policy di cui l’Italia si è dotata (Piano Nazionale Industria 4.0), nello specifico lo strumento dell’iper-ammortamento, si è dimostrato una misura importante, utilizzata in particolare dall’industria manifatturiera. È arrivata infatti a 10 miliardi di euro il monte-investimenti delle imprese italiane e, dato molto rilevante, le PMI hanno usufruito di incentivi per circa i 2/3 del totale. Un terzo delle risorse investite, infatti, viene da aziende che hanno tra i 50 e i 250 addetti e un altro terzo del totale da realtà produttive piccole o piccolissime. Il settore in cui l’investimento è stato maggiore è quello dei prodotti in metallo, seguito dalla meccanica e la chimica. Chiudono l’abbigliamento e la farmaceutica.

 

 

 

 

Per visionare il report completo visita il sito di Confindustria seguendo il LINK.

 

 

 

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