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European Digital Innovation Hub: un ecosistema di condivisione di competenze e infrastrutture su scala europea

Maurits Butter, Senior Innovation Policy Researcher at TNO – Netherlands Organisation for applied scientific research, DIH/EDIH expert*

La call europea si è chiusa lo scorso febbraio. Oltre a IP4VFG, sono altri 200 i candidati EDIH – European Digital Innovation Hub che hanno partecipato al bando. Ora, sono tutti in attesa dei risultati. In caso di successo, molti trasformeranno i propri Digital Innovation Hub in European Digital Innovation Hub. Ma in che modo? 

È chiaro che gli EDIH sono qualcosa di nuovo. Non esistono ancora. Per adesso. Mentre molti, oggi, possono definirsi DIH, non è lo stesso per gli EDIH che avranno uno status formale ben definito.  Sarà, infatti, la Commissione europea a decidere chi assumerà lo status di digital innovation hub europeo sulla base di un quadro giuridico ben definito. Ma qual è la differenza tra DIH e EDIH? Sono diversi? Al momento possiamo esprimere il nostro punto di vista esclusivamente in  quanto esperti coinvolti in questo “movimento/processo” fin dagli inizi, ma pensiamo che sì, ci sono delle differenze tra DIH ed EDIH. 

Nel 2016 è stato creato e sviluppato il concetto di DIH espandendo ulteriormente quello di Centro di Competenza (CC). I DIH hanno aggiunto al forte nucleo di servizi tecnologici caratteristici dei CC, un’attenzione strutturale su servizi business e di ecosistema. Non solo R&S, quindi, ma anche  supporto alla conversione di attività in business vero e proprio. I DIH si assumevano anche la responsabilità che l’ecosistema fosse organizzato in modo tale che il contributo di tutti gli stakeholder –  su uno specifico tema di innovazione – fosse allineato per sostenere la ricerca e l’applicazione di tecnologie digitali innovative. Il mercato di riferimento era, quindi, rappresentato dall’ecosistema regionale, con un target primario costituito da “innovatori” ed “early adopter” e un focus su specifici aspetti tecno-industriali, quali ad esempio la robotica nella produzione manufatturiera. 

Ma, a seguito dell’affermazione del concetto di Digital Innovation Hub, molte organizzazioni si sono autodefinite tali e il panorama è diventato affollato. Troppo affollato. Il sovrapporsi di iniziative ne ha ridotto l’efficienza e accresciuto la competizione. Ne è risultato un uso non sempre ottimale dei finanziamenti pubblici privo di impatti dal punto di vista delle collaborazioni a livello europeo. In quel frangente in alcune regioni si è deciso di avviare una stretta collaborazione tra i DIH locali per ottimizzare risorse e competenze: questo ha portato, ad esempio, alla nascita in Italia di IP4FVG – Industry Platform for Friuli Venezia Giulia, nei Paesi Baschi di BDIH – Basque DIH e nella provincia dell’Olanda meridionale dello SMITZHSmart Manufacturing Industriële Toepassing Zuid-Holland. Non a caso questi sono tre esempi di modelli virtuosi citati in report europei.  

La Commissione ha deciso, a un certo punto, che era il momento di portare la strategia DIH a uno stadio più evoluto: ogni regione dell’Unione Europea deve avere un DIH europeo che sostenga l’ecosistema locale ma che funga, al contempo, da collegamento verso l’Europa 

Qual è, quindi, la differenza tra i DIH e gli EDIH? Forse quella principale è la loro funzione nell’ecosistema. Mentre i DIH si occupano di promuovere le nuove tecnologie digitali per aziende innovative, lo scopo degli EDIH è far arrivare le tecnologie digitali all’industria su più larga scala nonché al settore pubblico, collegando domanda e offerta non solo in ambito regionale bensì anche interregionale. Certo, ogni EDIH avrà una specializzazione tematica e tecnologica spesso connessa e basata sulla strategia regionale di specializzazione intelligente; questa specializzazione può costituire un “faro” per attrarre imprese e organizzazioni da altre regioni.  

Accanto al focus tecnologico, un’altra differenza importante deriva dall’impostazione istituzionale nell’ecosistema europeo. Ogni EDIH parteciperà attivamente al network europeo basato su una rete di collaborazioni che saranno facilitate e supportate dal costituendo Digital Transformation Accelerator. L’elemento collaborativo assume ora un ruolo chiave e non rappresenterà più una mera opzione facoltativa. Gli EDIH rappresenteranno la via d’accesso verso l’intera rete europea sia in entrata che in uscita: mettendo a disposizione del resto dell’Europa competenze e infrastrutture regionali e, al contempo, rappresentando per i soggetti della propria regione la via d’accesso a competenze e infrastrutture presenti nell’intero network europeo. 

Organizzare questo nuovo ecosistema e collegarlo ai DIH esistenti richiederà tempo. Gli EDIH selezionati avranno tre anni per assestarsi e sviluppare le nuove funzioni. Tre anni per far collaborare i propri partner. Tre anni per dimostrare ai propri clienti il valore che si sta creando. Tre anni per dar prova di avere un impatto effettivo sull’ecosistema, di sostenere le PMI e collaborare a livello europeo. Anche IP4FVG mira a evolvere e assumere lo status e il ruolo di EDIH.

Quindi, ora tocca a voi connettersi all’interno di un ecosistema più vasto! Fate brillare il vostro faro, agite da orchestratori e promotori dell’innovazione nella vostra regione, ma siate anche la porta d’accesso all’Europa.  

 

*L’articolo è stato realizzato con collaborazione con Kristina Karanikolova, Junior Innovation Researcher – Strategy and Policy Department at TNO 

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