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Intelligenza artificiale: il punto di vista del professore Christian Micheloni

A tre settimane dall’inizio della VI edizione della Summer School AI-DLDA, in programma a Udine dal 3 al 7 luglio, abbiamo chiesto a Christian Micheloni, professore dell’Università di Udine, nonché parte del comitato scientifico della scuola, di parlarci di sfide e criticità dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale.

Il professor Micheloni in questo periodo sta focalizzando la sua ricerca sull’analisi delle prestazioni sportive nell’ambito degli sport invernali, “un tema molto specifico, le cui intrinseche difficoltà lo rendono molto interessante dal punto di vista delle ricadute. In particolare, l’analisi di dati eterogeni, rumorosi e alle volte degradati si può applicare o trasferire successivamente ad un ampio spettro di applicazioni in ambito industriale, sanitario, commerciale e ludico”.

D – Ultimamente si parla tantissimo di AI, da un lato come se fosse la soluzione a tutto, dall’altro come un grande rischio, se non “governata”. Qual è, secondo lei, la sfida più importante che ci troviamo davanti? E quali sono i rischi reali?
Di AI si parla tantissimo al punto che è diventato argomento di moda. Spesso se ne parla decantandone doti immaginarie, altre presentando pericoli altrettanto remoti. A mio avviso l’AI è uno strumento che risulta essere moderno e innovativo come lo era la calcolatrice diversi anni fa. Ogni innovazione tende a polarizzare le opinioni. Ritengo che determinando un uso sano degli strumenti tecnologici sia possibile sfruttare gli aspetti positivi e limitare quelli negativi. La tecnologia attuale non presenta un pericolo imminente, ma la sua rapidissima evoluzione potrebbe in futuro porci di fronte a temi etici importanti. Anche il lato economico non è da sottovalutare: ad esempio l’accesso alle più moderne infrastrutture per lo sviluppo dell’AI non è alla portata di tutti. Il rischio è quello di delegare alcuni attori commerciali a provider di servizi di AI. Questo potrebbe portare alla creazioni di nuovi monopoli relativi all’accesso alle risorse di AI. Ritengo che i programmi di ricerca Nazionali ed Europei che sempre più richiedo la messa in rete attraverso HUB tecnologici pubblici i risultati delle ricerche in termini di open data ed open science possano essere un forte stimolo alla creazione di provider pubblici di tecnologie di AI.

D – Imprese e AI: a suo avviso quali sono i principali ambiti e i relativi vantaggi per le imprese derivanti dall’uso di questa tecnologia?
L’AI sarà una tecnologia pervasiva e alle volte invasiva a 360 gradi nell’ambito dell’imprenditoria. Non può esserci progetto imprenditoriale che prescinde dalle tecnologie di AI. Ci sono alcuni ambiti più maturi, p.e. certi ambiti medici come quello diagnostico, ed altri che si stanno sviluppando con continua accelerazione, p.e. robotica cooperativa. Digital twin, robustness e trustworthiness sono elementi abilitanti per processi di prototipizzazione, produzione e controllo qualità. I vantaggi per le imprese saranno processi più veloci, robusti e qualitativamente migliori.

D – Dalla sua esperienza quali sono i principali ostali che un’impresa incontra nell’adozione di nuove tecnologie? Può esserci un problema di integrazione con le altre tecnologie?
I problemi sono diversi e spesso correlati alle dimensioni aziendali. Le PMI difficilmente impiegano risorse importanti a sviluppi di progetti di AI che non siano immediatamente sfruttabili a livello produttivo o economico. Per esperienza personale, l’integrazione di tecnologie può risultare un processo lungo, ma mai un problema insormontabile. Le metodologie di lavoro, i processi produttivi e di gestione della produzione inevitabilmente devono essere cambiati o adattati per sfruttare le nuove tecnologie di AI. Per avviare tale adattamento o cambiamento è necessario un diverso approccio culturale. A mio parere, il panorama italiano composto da tantissime piccole imprese non potrà beneficiare di queste tecnologie senza l’ausilio di hub ed esperti in tecnologie, capaci di offrire alle aziende servizi senza che queste debbano farsi carico di infrastrutture, conoscenze e progetti di innovazione.

–Le iscrizioni alla Summer School sull’Intelligenza Artificiale sono ancora in corso, se vuoi saperne di più visita il sito

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