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Giovani e contratti stabili per l'innovazione delle imprese metalmeccaniche

I dati sulla propensione all’innovazione nel nuovo report regionale coordinato dal cluster COMET

 

Nonostante la necessità pressante, comune a tutte le imprese, di trovare nuova manodopera qualificata, il settore metalmeccanico del Friuli Venezia Giulia si distingue per la sua vitalità e la capacità di mantenere una stabilità contrattuale sia a livello regionale che nazionale. Soprattutto se si guarda alle imprese più innovative.

È quanto emerge dall’ultimo Osservatorio della Metalmeccanica FVG, ideato e coordinato dal Cluster regionale COMET ed elaborato grazie alle analisi condotte da Area Science Park, Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Udine Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. 

L’Osservatorio, presentato negli spazi di Innovation Factory di Electrolux di Porcia ha evidenziato come le aziende più innovative e che coinvolgono maggiormente i giovani, anche nelle figure manageriali, sono più orientate a crescita, innovazione e sostenibilità. Le aziende regionali, infatti, si trovano di fronte a un importante passaggio generazionale che, se ben avviato, si traduce spesso in una maggiore tendenza all’innovazione e all’attenzione verso la transizione ecologica. <<Di tutte le imprese prese a campione (società di capitali) solo il 21% ha dimostrato un elemento di innovazione, – ha commentato Enrico Longato di Area Science Park – di queste, però, ben il 45% hanno una buona propensione a stabilizzare contratti e persone. Si può quindi dedurre che le persone quando stabilizzate rendono di più nei termini dell’innovazione dell’imprese>>.

L’emergenza legata al turnover è concreta e può essere affrontata mediante azioni di welfare, incentivi economici e un’attenzione all’equilibrio tra lavoro e vita privata, tramite la flessibilità degli orari e la creazione di ambienti di lavoro confortevoli e stimolanti. Le aziende della regione hanno dato segnali di aver compreso il valore dell’investimento nelle persone, la formazione e il coinvolgimento, elementi che contribuiscono alla soddisfazione individuale e, di conseguenza, alla fedeltà verso l’azienda.

Tanto lavoro da fare, invece, rispetto al coinvolgimento delle donne nei consigli di amministrazione.

Si riportano di seguito alcuni dati del report relativi all’innovazione.


Stabilità e propensione all’innovazione

(fonte “Analisi Metalmeccanica e Occupazione” a cura di Area Science Park)

La metalmeccanica nel settore manifatturiero del Friuli Venezia Giulia svolge un ruolo di primo piano, sia in termini numerici, sia per l’apporto di personale nei flussi occupazionali, dove si registra una forte vivacità in termini di avviamenti ed una maggiore capacità, rispetto alla manifattura, di mantenere la crescita nel 2022 in termini di saldo occupazionale, a seguito di un rallentamento complessivo del settore dopo il “rimbalzo” del 2021. Tale andamento è confermato anche dal saldo del primo trimestre 2023, che presenta dati incoraggianti attestandosi a 2.330 unità di nuovo personale al netto delle uscite, dato inferiore solo al primo trimestre del 2018, dove si è registrato un valore di 2.813 unità.

A contribuire in maniera significativa alla maggiore stabilità contrattuale raggiunta negli ultimi anni sono le imprese che presentano almeno un segnale oggettivo di innovazione. Queste imprese, nonostante rappresentino meno di un quarto delle aziende che hanno presentato Comunicazioni Obbligatorie nel 2022, hanno avviato quasi la metà dei contratti a tempo indeterminato. (…)

Nel 2022, del numero complessivo degli avviamenti di contratti a tempo indeterminato, le aziende con oggettivi segnali di propensione all’innovazione ne hanno avviati il 45%, nonostante esse rappresentino solamente il 21% del campione metalmeccanico. Le imprese che, invece, non presentano segnali oggettivi di innovazione prediligono contratti a tempo determinato o determinato somministrato.

Il ruolo dei giovani

(fonte “Analisi della composizione del board delle imprese dell’Elettromeccanica del FVG” a cura di Intesa Sanpaolo)

I dati evidenziano come la composizione diversificata dei consigli di amministrazione possa influire sulla competitività, l’innovazione, la sostenibilità e il potenziale di crescita delle imprese. Infatti, le aziende che hanno almeno un membro sotto i 40 anni nel consiglio di amministrazione hanno registrato una crescita più elevata del fatturato tra il 2019 e il 2021 in Italia. Questo risultato è ancora più evidente nel settore elettromeccanico della regione, dove la crescita media è del 15,1% rispetto al 6,5% delle imprese con un consiglio di amministrazione completamente composto da persone sopra i 65 anni. I giovani mostrano una maggiore propensione all’innovazione, alle tematiche ambientali e alla guida delle imprese nella transizione ecologica. Nel settore elettromeccanico del Friuli Venezia Giulia, il 25,5% delle aziende con almeno un membro sotto i 40 anni nel consiglio di amministrazione possiede certificazioni ambientali, mentre questa percentuale si ferma al 7,8% per le aziende con un consiglio di amministrazione completamente composto da persone sopra i 65 anni. Le prime registrano anche una percentuale del 10,8% di detenzione di almeno un brevetto, rispetto al 4% osservato nelle imprese con un consiglio di amministrazione completamente composto da persone sopra i 65 anni.

Età dei membri dei consigli di amministrazione: il passaggio generazionale è imminente

Il settore friulano mostra una situazione positiva, con una percentuale di imprese che hanno un consiglio di amministrazione completamente composto da persone sopra i 65 anni inferiore rispetto alla media italiana del settore (10,6% rispetto al 13,9%). All’aumentare delle dimensioni aziendali, la percentuale di imprese con un consiglio di amministrazione completamente composto da persone sopra i 65 anni diminuisce, fino a scomparire per le grandi imprese. Invece, la percentuale di imprese che hanno almeno un membro sotto i 40 anni nel consiglio di amministrazione è leggermente inferiore alla media nazionale (16,6% rispetto al 17,3%). Anche in questo caso, le imprese di grandi dimensioni si distinguono, con una percentuale significativamente più elevata di consigli di amministrazione con almeno un membro sotto i 40 anni (23,1%). Il fatto che la percentuale di imprese con almeno un membro sotto i 40 anni nel consiglio di amministrazione sia superiore alla percentuale di imprese con un consiglio di amministrazione completamente composto da persone sopra i 65 anni per tutte le dimensioni aziendali può essere considerato un elemento positivo, indicativo di una nuova generazione già attiva.

Le grandi imprese: apertura verso le donne

Due terzi delle imprese friulane nel campione, così come quelle italiane, non hanno nessuna donna nel board, mentre le aziende che hanno un board composto dal 50% o più di donne sono il 16,6% in FVG e il 17,6% in Italia. Risulta inoltre che, rispetto alla media italiana, la regione FVG è meglio posizionata per presenza di almeno una donna nel board nelle imprese di grandi dimensioni (54% vs 45%).

 

Leggi e scarica tutto il report qui: osservatorio.clustercomet.it

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