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That kind of big iron needs big intelligence too

di Alessandro Bassi, presidente Associazione IoTItaly

Sono passati molti anni ormai da quando General Electric per riferirsi alle grandi produzioni industriali (motori, turbine motori per aerei, turbine, locomotive) usava chiamarle “big iron” e contestualmente si rendeva conto come fosse indispensabile che “that kind of big iron needs big intelligence too.”

La grande intuizione fu quella di capire che ogni azienda che produce beni e servizi deve essere in grado di raccogliere e analizzare i dati generati dai macchinari, deve poter trovare relazioni e pattern tra i vari dati, o in altre parole ricavare intelligenza per migliorare produttività, efficienza e sicurezza.

La via è stata ormai tracciata e i dati sono diventati quello che l’elettricità rappresentò durante la seconda rivoluzione industriale, il mezzo con il quale è stato possibile imprimere una rivoluzione senza precedenti alla produzione industriale: si è passati da “machine manufacturing” a “digital manufacturing”.

L’internet of things non ha solo permesso un miglioramento della produzione industriale ma ha anche abilitato modelli di business basati sulla servitizzazione che erano semplicemente impossibili prima, non sono sul prodotto, ma anche in tutta la catena del valore che coinvolge tutto l’ecosistema intorno all’azienda fino a chi utilizza il prodotto finale. 

Siamo solo all’inizio di questo percorso: in futuro, immaginare un’economia basata sul servizio e non sull’acquisto è possibile. Non solo smart products ma anche macchinari produttivi connessi che siano in grado di dialogare con fornitori e clienti, abilitando nuovi servizi che permettono di aumentare la competitività sul mercato e il valore di aziende, prodotti e servizi: ne abbiamo parlato nel nostro libro bianco sull’industria 4.0, in cui abbiamo raccontato alcune success story di aziende italiane che hanno avviato con profitto dei progetti sulla digital servitization, evidenziando i punti di forza, i vantaggi e le sfide che sono state raccolte (la guida è disponibile al download gratuito al link riportato sotto).

Questo paradigma porta indubbi vantaggi e benefici, ma presenta anche delle grandi sfide, sia a livello culturale che professionale.

C’è quindi una forte necessità, per il sistema produttivo, di piani strategici economico-politici per gestire questa trasformazione, oltre che di infrastrutture tecnologiche, gestione della sicurezza dei dati e regole certe per il rispetto della privacy. Questi piani devono essere pensati su scala globale, in quanto profondamente strutturali, poiché coinvolgono tutto il tessuto economico.
Come Associazione siamo consapevoli che una delle prossime sfide sarà quella della sostenibilità ambientale e sociale che può essere realizzata solo con un ampio utilizzo di risorse digitali in grado di ridurre sprechi, ottimizzare energia e materie prime e non ultimo valorizzare il lavoro delle persone. Come Associazione sappiamo anche che questo sarà il grande topic in Europa nei prossimi anni e non solo, e non può più essere rimandato. Abbiamo tecnologie e risorse per mettere a terra tutto il nostro potenziale: dobbiamo sfruttare tutta la nostra intelligenza, la nostra forza ed il nostro entusiasmo per realizzare questo grande passo.

Scarica gratuitamente la Guida Galattica all’Innovazione. IoT, Industria 4.0, servitizzazione e oltre

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