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Le sfide della trasformazione digitale e il ruolo dell’Innovation Manager

di Federico Piutti, Innovation Manager di Bormioli Pharma

L’innovazione è diventata una parola chiave nel panorama aziendale contemporaneo, poiché le imprese cercano costantemente di rimanere competitive e rilevanti in un ambiente in rapida evoluzione. In questo contesto, il supporto di un Innovation Manager diventa importante per guidare le aziende attraverso le sfide dell’innovazione e permettere loro un approccio efficiente nell’interpretazione di uno scenario complesso, un ruolo che spazia dalla ricerca e sviluppo all’implementazione di soluzioni, all’interno di modelli di business: R&D, marketing, vendite. Le attività e le responsabilità dell’Innovation manager, infatti, sono molteplici, come indicato anche dagli standard internazionali come ad esempio la serie ISO 56000.

Dopo alcuni anni in consulenza, negli ultimi cinque anni ho avuto la possibilità di applicare tecniche e metodologie come Innovation Manager di Bormioli Pharma, una grande azienda italiana (315 milioni per 1400 dipendenti) dall’anima fortemente manifatturiera, che produce packaging primario per il settore farmaceutico. Questa esperienza mi ha permesso di sintetizzare quelli che, secondo me, sono gli aspetti e le responsabilità più importanti del ruolo di Innovation Manager.

L’analisi dello scenario competitivo e l’identificazione di nuove opportunità

Uno dei primi e più importanti compiti dell’Innovation Manager è l’analisi continua del panorama commerciale esterno, con lo scopo di identificare nuove tendenze, tecnologie emergenti e opportunità di mercato. Questa analisi fornisce una base per lo sviluppo di nuove idee e strategie e avviene generalmente su trend a medio e lungo termine e attraverso l’interpretazione di segnali deboli, che poi andranno ponderati e verificati. Nel caso di Bormioli Pharma abbiamo agito sotto diversi punti di vista. Abbiamo, per esempio, modificato il nostro approccio alla creazione del valore, l’utente dei nostri prodotti al centro del nostro percorso di innovazione. La nostra azienda adotta esclusivamente un modello di business B2B, ma il valore percepito sui nostri prodotti è quello dell’utente finale, del consumatore. Abbiamo dovuto quindi costruire un approccio all’innovazione che andasse a investigare bisogni ed esigenze dei clienti dei nostri clienti, e da qui generare innovazioni che potessero essere di valore per le aziende a cui ci rivolgiamo. Abbiamo voluto affiancare alla nostra tradizionale attitudine manifatturiera un approccio consulenziale, in grado di sviluppare soluzioni tailor-made attraverso: un approccio all’Open Innovation molto spinto; un’applicazione, funambolica per il settore, delle metodologie della Lean Startup di Erich Rice; l’applicazione di un modello agile per lo sviluppo dei prodotti o modelli di business che uscivano dal processo di innovazione.

Gestire il processo di innovazione

Un secondo punto è sicuramente la gestione del processo d’innovazione: l’innovazione, infatti, non è frutto di un’intuizione fortunata ma è il risultato di un processo aziendale. Come gli altri processi dell’azienda, anche questo va costruito, strutturato e governato. Dalla generazione di idee alla loro implementazione, l’Innovation Manager guida il processo di innovazione. Questo coinvolge la valutazione delle idee, la pianificazione strategica, la gestione delle risorse e la supervisione dell’implementazione. Il processo per sua definizione è un elemento che ricorre con le medesime attività. In Bormioli lo abbiamo strutturato in 4 differenti macro-fasi:

  1. L’esplorazione di insights, con una focalizzazione molto accentuata sulla user experience, o in molti casi sulla patient experience;
  2. Identificazione di opportunità d’innovazione attraverso momenti di idea generation;
  3. Lo sviluppo, o il co-sviluppo, dei cosiddetti “minimum viable products” e la loro presentazione ai clienti;
  4. La costruzione di validi modelli di business più intraprendenti, anche diversi dalla mass production per un commercio B2B, che è dove l’azienda si muove a suo agio.

Collaborazione e comunicazione efficace a tutti i livelli aziendali

Altro punto importante è la collaborazione e comunicazione efficace a tutti i livelli aziendali. L’Innovation Manager deve lavorare in stretta collaborazione con diverse funzioni aziendali, creando un ambiente di lavoro che favorisca la creatività e l’innovazione. La comunicazione efficace è essenziale per garantire che le idee vengano comprese e adottate a tutti i livelli aziendali. Nel caso di Bormioli Pharma, avendo focalizzato il processo di innovazione sui nuovi prodotti, le funzioni maggiormente coinvolte, almeno in principio sono state l’R&D e le funzioni commerciali, anche se tutte le altre funzioni hanno collaborato in maniera attiva alla fase più creativa.

Valutazione del rischio e rendimento, tra audacia e prudenza

Un ulteriore aspetto critico del ruolo è la valutazione dei rischi associati a nuove iniziative. L’Innovation Manager deve essere in grado di bilanciare audacia e prudenza, considerando attentamente gli impatti potenziali e monitorando i risultati per garantire un ritorno sull’investimento positivo. La propensione al rischio di un Innovation Manager è necessariamente alta: l’entrepreneurship, la capacità di assumersi responsabilità e prendere decisioni caratterizzano la figura anche al di là del ruolo in organigramma. Nel nostro caso è stato necessario, comunque, che le iniziative venissero portate avanti con un’attenzione al rischio molto alta, bilanciando investimenti e conferme da parte del mercato, evitando di innamorarsi di idee con un potenziale inferiore. In questo caso l’approccio Lean startup, e l’adozione di una struttura a portfolio, permette di limitare l’investimento iniziale nello sviluppo di specifici prodotti.

Cultura dell’innovazione come parte fondante della filosofia aziendale

Ultimo ma non ultimo, e forse più difficile promuovere una cultura aziendale che abbracci l’innovazione è fondamentale. L’Innovation Manager deve ispirare e incoraggiare la creatività tra i dipendenti, rendendo l’innovazione una parte integrante della filosofia aziendale. Questa è sicuramente una delle attività che ritengo più complicate. La comunicazione o l’attivazione di strumenti che permettano al dipendente di veicolare le sue idee in un processo di selezione e valutazione strutturata è sicuramente un punto di partenza attuabile. La capacità dell’azienda di retribuire, anche formalmente o economicamente, le idee del dipendente, è una rivoluzione interna di non facile attuazione in ambito aziendale.

Per concludere, in un mondo in costante evoluzione, gli Innovation Manager sono delle figure in grado di esplorare nuove opportunità di business e favorire lo sviluppo di idee di innovazione che possono impattare su prodotti, processi e modelli di business. La figura dell’Innovation Manager permette di interpretare l’innovazione non più come un’attività generata dalle opportunità che l’azienda incontra, ma come un processo continuativo per ricercarle quelle opportunità, validarne la profittabilità e avviarne la concretizzazione.


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