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Digital transformation: 3 domande a Lucilla Sioli, direttore Industria Digitale della commissione europea.

Dalla fine del 2017 è direttore “Industria Digitale” per il Direttorato Generale Connect presso la Commissione Europea (DG CONNECT).

Lei è Lucilla Sioli e ha rilasciato un’intervista esclusiva a IP4FVG in occasione della premiazione dell’iniziativa regionale Fari Manifatturieri, volta a favorire la competitività e la digitalizzazione del territorio e delle imprese del settore manifatturiero.

Ci ha parlato delle iniziative dell’UE per la digitalizzazione e delle mosse che una PMI può affrontare per intraprendere proetti di digitalizzazione.

Che cosa sta facendo l’UE per favorire la digital transformation delle aziende?

La strategia dell’Ue si articola attorno ai Digital Innovation Hub, poli di innovazione digitale, no profit che hanno il compito si supportare le imprese europee nella transizione verso un sistema produttivo 4.0.
Dal punto di vista economico dal 2016 sono stati stanziati 100 milioni di euro all’anno grazie ai programmi della commissione europea, Horizon Europe e Digital Europe. L’obiettivo, ora, è quello di raggiungere tutte le PMI, in tutti i settori dell’economia. Dalla manifattura ai servizi, oggi il digitale influenza ogni settore.

Quali sono gli ostacoli per una PMI che vuole intraprendere un percorso di digitalizzazione?

L’ostacolo più importante che le PMI percepiscono parlando di digitalizzazione è il reperimento di competenze digitali. Da una parte questa carenza interessa il management aziendale: spesso chi prende le decisioni sulla rotta da seguire in azienda per primo non conosce le potenzialità della cultura digitale e degli strumenti a disposizione. Dall’altro lato molto spesso si riscontra una mancanza di competenze digitali a livello operativo: le aziende hanno difficoltà nel reperire personale che sia effettivamente già formato sul piano digitale. Il problema si riflette in particolar modo nelle PMI: tra i motivi principali ci sono i mezzi economici di cui esse sono dotate che sono naturalmente più limitati in confronto a una grande impresa.
Altre difficoltà sono collegate al finanziamento: molto spesso i progetti di digitalizzazione sono complessi e articolati e molte banche non hanno ancora la sensibilità di capirne l’importanza e il potenziale.
Infine, una barriera spesso riscontrata è la mancanza di infrastrutture, problema che riguarda in particolar modo le PMI localizzate più lontane dai centri urbani, nelle periferie e nelle zone più rurali.

Cosa deve fare un’azienda che vuole attivare iniziative di trasformazione digitale ?

Quello che un’azienda può fare è, innanzitutto, identificare a livello regionale qual è il Digital Innovation Hub o il polo di innovazione che la può aiutare.
È opportuno avviare un percorso per decidere la maniera più adatta in cui il digitale e le soluzioni tecnologiche offerte possono trasformare il business model aziendale.
In Italia ci sono numerosi centri di competenza e DIH: entrare in contatto con queste organizzazioni non è complicato, e nel prossimo futuro sarà ancora più facile. La capacità dei poli di innovazione del territorio sarà potenziata, nei mesi a venire, per riuscire a connettersi a tutte le PMI del territori, ma anche per creare relazioni e strette collaborazioni con gli altri DIH europei. In questo modo anche una piccola industria proveniente da una piccola regione avrà facile accesso ai sevizi offerti da tutti i paesi europei.

 

 

 

Fonte immagine: www.i-com.it

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