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L’ICT in Friuli Venezia Giulia e la centralità del capitale umano

di Maria Chiarvesio, Professoressa di Economia e gestione delle imprese, Università di Udine

Il digitale è un elemento centrale per l’operatività e la crescita delle imprese e delle persone. E questo si riflette molto bene nei dati più recenti pubblicati dal Rapporto Anitec-Assinform (luglio 2022) che ha registrato una crescita del mercato digitale del 5,3% nel 2021 e ne prevede una del 3,6% nel 2022 per arrivare al 6,3% nel 2025 (per quanto con stime che probabilmente tengono solo parzialmente conto degli effetti dell’attuale crisi geopolitica ed economica). Le difficoltà prodotte della pandemia hanno rallentato alcuni progetti nelle imprese clienti, ma hanno mostrato la criticità di alcuni temi, come il cloud o la cybersecurity, cui si è affiancata la crescita di tecnologie e servizi legati all’organizzazione e analisi dei dati; ciò ha fatto emergere in modo forte la rilevanza di strumenti, applicativi, soluzioni che sostengono il lavoro da remoto, nonostante una non piena soddisfazione per gli investimenti in Industry 4.0.

In più, come ben sottolineato dal Rapporto, “nel 2021 abbiamo accentuato e normalizzato l’impiego di soluzioni digitali per vivere, dal lavoro allo studio. I dati sull’utilizzo di device e sugli investimenti in tecnologie ci rassicurano sulla ormai diffusa percezione che il digitale è qui per restare”.

Quello descritto è un contesto positivo anche per il comparto del digitale della regione Friuli Venezia Giulia. Nel 2021 DITEDI, Cluster regionale delle tecnologie digitali, promuovendo un progetto di ricerca con le Università di Udine e Trieste, ha voluto ricostruire le dinamiche del comparto negli ultimi anni. L’obiettivo è stato identificare, strategie competitive, trend ed elementi di attenzione caratterizzanti le imprese, dai produttori di hardware agli sviluppatori di software, alle aziende focalizzate sull’offerta di consulenza e altri servizi informatici. Il quadro che ne è emerso, pubblicato in un rapporto disponibile sul sito di DITEDI, è quello di un comparto in crescita, ancor più se confrontato con le dinamiche complessive dell’economia regionale. Una crescita, tuttavia, non omogenea in cui si rilevano alcune aziende, nate in un altro periodo di forte sviluppo del digitale (quello a cavallo del Duemila), con percorsi di sviluppo regolari nel tempo, affiancate da altre interessanti giovani realtà con crescita molto intensa. La survey condotta fra le imprese ha evidenziato che questi risultati si collegano a: una forte attenzione all’innovazione, un personale interno molto qualificato con profili elevati e variegati, un’attenzione per il benessere aziendale, un’offerta ampia in grado di intercettare una varietà estesa di settori di sbocco, per quanto con una ampiezza geografica ancora limitata, soprattutto nel caso delle aziende più piccole.

A questi stessi aspetti si legano alcuni elementi di attenzione e aree di lavoro che ci sembra utile evidenziare. Tra questi: l’ampliamento dei mercati di sbocco, eventualmente focalizzando meglio le competenze aziendali, una maggiore attenzione alle collaborazioni esterne per l’innovazione a supporto delle risorse interne e una riflessione sul come sostenere le dinamiche di crescita delle imprese.

Da un lato, infatti, è importante sostenere le imprese che nel tempo hanno mostrato percorsi solidi, dall’altro cogliere gli spunti delle imprese che, pur giovani, si presentano come estremamente dinamiche e in grado di favorire l’innovazione dei settori di destinazione dell’offerta. Al contempo è utile comprendere gli spazi di sviluppo e il potenziale di quelle imprese che, per tante ragioni, non sono invece cresciute in questi ultimi anni.

Al centro dell’attenzione dobbiamo porre il tema del capitale umano. L’indagine 2021 ha fatto emergere la qualità delle risorse presenti in azienda, che tuttavia devono essere trattenute (problema di retention) e ampliate (problema di attrazione). I temi dello skill shortage, della carenza di risorse umane qualificate, della migrazione di persone all’estero o in regioni che offrono maggiori potenziali di crescita sono ampiamente dibattuti, anche sui media, e non riguardano solo il comparto del digitale. In questo settore il fenomeno sta assumendo, per citare le parole del Rapporto Anitec-Assinform, “i contorni di una vera e propria emergenza”, in cui rimane una forte distanza tra domanda e offerta sul mercato del lavoro.

Lo sviluppo delle risorse umane è un tema strettamente interconnesso con quello della crescita: in un settore in cui competenze e know how delle persone sono alla base dell’offerta, non è possibile crescere se non ampliando il patrimonio di risorse umane in termini sia qualitativi che quantitativi.

Questo elemento di attenzione evidenziato nella prima ricerca è diventato dunque oggetto di approfondimento della ricerca attualmente in corso e che verrà presentata il prossimo ottobre. L’obiettivo è comprendere e soprattutto aprire uno spazio di discussione sul livello di “emergenza” percepito dalle imprese del nostro territorio e sulle modalità con cui affrontarla per attirare i talenti, farli crescere e trattenerli.

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