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Anno europeo delle competenze: programmi e incentivi per la transizione verde e digitale

Secondo recenti dati Eurosat, oltre tre quarti delle imprese europee (77%) riscontra difficoltà nella ricerca di lavoratori qualificati. Inoltre, ben 4 cittadini europei su 10 (1 lavoratore su 3) non dispongono delle competenze digitali di base e solo il 37% degli adulti ha l’abitudine di seguire corsi di formazione, mentre solo uno specialista Ict su cinque e solo un laureato su tre nelle materie Stem è donna.
Una fotografia che denota una generale carenza di competenze che potrebbe compromettere la crescita economica europea nei prossimi anni e che, già nel 2021, si manifestava in ben 28 attività lavorative, dall’edilizia all’assistenza sanitaria, dall’ingegneria all’informatica. D’altronde la disponibilità di un ricco bagaglio di competenze rappresenta l’elemento determinante per cogliere le opportunità offerte dalla transizione verde e digitale.

Pertanto, proprio per promuovere l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, favorire la crescita economica e l’occupazione attraverso il potenziamento della formazione, accompagnare la società e le imprese verso le transizioni ecologica e digitale il 2023 è stato proclamato Anno europeo delle competenze.

Obiettivi dell’Anno europeo delle competenze 

La proposta, avanzata lo scorso 14 settembre dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, è stata adottata dalla Commissione il successivo 12 ottobre e approvata l’8 dicembre dal Consiglio per l’occupazione e la politica sociale, mentre il 6 febbraio si aspetta il voto definitivo della Commissione per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento Europeo.

Con l’Anno europeo delle competenze l’UE si pone come obiettivi principali:

  • promuovere investimenti nella formazione più consistenti, più efficaci e inclusivi;
  • garantire competenze adeguate alle esigenze del mercato del lavoro, attraverso una stretta collaborazione con le parti sociali e le imprese;
  • conciliare le aspirazioni e le competenze delle persone con le opportunità offerte dal mercato del lavoro, in particolare per le transizioni verde e digitale e la ripresa economica;
  • coinvolgere più donne e giovani che non lavorano e non frequentano un percorso scolastico o formativo;
  • agevolare la mobilità e il riconoscimento delle qualifiche per attrarre da Paesi terzi persone con le competenze necessarie all’Unione Europea.

Per raggiungere questi obiettivi e affrontare al meglio le sfide del digitale e della transizione verde la Commissione promuoverà alcune azioni, finalizzate a:

  • migliorare il livello delle competenze e di riqualificazione;
  • sensibilizzare sul miglioramento delle competenze;
  • analizzare il fabbisogno di competenze;
  • favorire un più agevole riconoscimento delle qualifiche, comprese quelle rilasciate al di fuori dell’UE.
Iniziative e finanziamenti per le competenze e la formazione

D’altronde l’UE può contare sulle diverse iniziative che da un po’ di tempo ha già messo in campo per formare i cittadini europei e ampliare il bacino di talenti e competenze negli Stati membri. Tra questi programmi figurano:

Ma sono numerose e ingenti anche le fonti di finanziamento per la formazione.

Come, ad esempio il più ampio programma Digital Europe (ne abbiamo parlato qui), che destina alle “Competenze digitali avanzate” (obiettivo specifico 4) 577 milioni di euro, finalizzati alla progettazione e l’erogazione di programmi specializzati e tirocini per futuri esperti in settori chiave, come i dati e l’IA, la cybersicurezza, la quantistica e l’HPC, cui possono accedere anche le imprese (per tenere d’occhio le call di questo obiettivo si consiglia di visitare la pagina dell’agenzia HaDEA che gestisce quasi tutte le call del programma).

Contributi per la formazione delle competenze sono inclusi anche in Horizon Europe, il programma quadro per la ricerca e l’innovazione, o nell’Erasmus+ che sempre più, attraverso la mobilità tra gli stati membri, sostiene lo scambio di competenze e le best practices anche dei lavoratori.

È sempre attivo, inoltre, il Fondo sociale europeo Plus, il principale strumento dell’UE per investire nelle persone. Con un bilancio complessivo di circa 99 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, il fondo veicolato prevalentemente attraverso le Regioni, fornisce un importante contributo alle politiche europee in materia di occupazione, società, istruzione e competenze.

Grazie a fondi nazionali e PNRR, infine, è ancora attiva la misura del Credito d’imposta Formazione 4.0, che sostiene azioni per la crescita delle competenze nelle imprese nell’ambito delle attività di trasformazione digitale, ne parliamo qui.

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