“Integrazione” sembra essere la parola d’ordine dell’era 4.0: oggetti, soggetti, sistemi tendono ad essere sempre più integrati e costituire un ambiente “liquido” in cui tutto comunica in un continuo fluire di informazioni e dati. all’interno di questo processo irreversibile, l’industria 4.0 non fa eccezione.
La terza tecnologia abilitante di cui parliamo è la cosiddetta Horizontal & Vertical Integration (le prime due le trovate qui e qui).
L’integrazione orizzontale e verticale nella fabbrica è naturale conseguenza di tecnologie come l’Internet of Things, il Cloud Computing e i Big Data ed è diventata così strategicamente importante da esser considerata la spina dorsale su cui costruire una smart factory, un’azienda smart.
All’interno del contesto aziendale i concetti di integrazione verticale e orizzontale sono già diffusi su vari livelli. Dal punto di vista operativo, ad esempio, un’azienda integrata orizzontalmente concentra le sue attività attorno alle proprie competenze core, creando partnership con altre aziende per costituire una catena produttiva di valore da un estremo all’altro della stessa. Un altro esempio è l’ambito della produzione, in cui si può parlare di integrazione verticale quando la produzione è coordinata e strettamente collegata alle diverse aree aziendali come acquisti, ricerca e sviluppo o controllo qualità.
L’industria 4.0 si fonda su una serie di connessioni tra sistemi fisico-informatici e sistemi d’impresa, i quali hanno introdotto livelli di automazione, flessibilità e efficienza operativa mai richiesti prima nel processo produttivo.
L’integrazione orizzontale ha luogo su diversi livelli:
L’integrazione verticale vuole unire tutti gli strati logicamente connessi all’interno dell’organizzazione, dal livello produttivo a salire verso il reparto R&S, il controllo qualità, il product management, le vendite e il marketing, ecc.
In un’azienda integrata verticalmente i dati fluiscono con facilità e trasparenza dall’alto al basso e viceversa. L’obiettivo è quello di rendere efficienti ed efficaci le decisioni strategiche e tattiche, prese sulla base di dati concreti (data driven decisions).
L’azienda guadagna così un importante vantaggio competitivo